Gonzalo Solari: poesia in musica
Di Roberto Casi

Toscana Oggi - Maggio 1999

Gonzalo Solari, uruguaiano di nascita ma ormai aretino di adozione, è uno dei migliori chitarristi classici del mondo. I suoi studi si dividono tra l'Uruguay e l'Italia. Allievo di Amilcar Rodriguez Inda e del grande Abel Carlevaro si perfeziona poi in Italia all'Accademia Musicale Chigiana. La sua attività concertistica lo ha portato a suonare in ogni parte del mondo senza però tralasciare l'insegnamento a cui si dedica con grande passione e impegno.
La musica che Gonzalo Solari predilige è quella che va da Sor ai contemporanei, cioè tutti i compositori che hanno scritto direttamente per la chitarra. Non ama le trascrizioni: e come non dargliene ragione. Chiaramente è con gli autori sudamericani che riesce ad esprimersi al meglio: Villa-Lobo, Brouwer e il suo maestro Abel Carlevaro.
Nei suoi concerti esegue anche composizioni a lui dedicate come quelle dell'americano Darius Clynes e di Carlo Alberto Neri, pianista e compositore aretino.
Io l'ho conosciuto circa 15 anni fa, ai tempi era il mio maestro, ora un amico.
La cosa che più mi ha colpito di lui è stato il suo rapporto con la musica: la musica è il suo lavoro e la affronta con la massima professionalità ma anche con il giusto distacco.
L'emozione è qualcosa da controllare e così ai suoi concerti si ha l'impressione di dialogare con lui. Gonzalo Solari suona e ci parla, ci racconta una storia. E' nel cambio di timbro sonoro che trova i giusti equilibri armonici. Raffinato modellatore di suoni, al virtuosismo preferisce la poesia: ma, si sa, tutto è più difficile proprio quando sembra facile. Le emozioni sono delicate: un ricordo, una nostalgia, un profumo. A noi spettatori resta l'applauso che a volte è così riduttivo nel suo significato.
Nel privilegio che ho di questo spazio voglio aggiungere quello che, per un eccesso di controllo, non ho gridato all'ultimo suo concerto a cui ho assistito: BRAVO!!

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