La poesia (come la fede) non la misuri

Nel 1999 scrivevo sul settimanale Toscana Oggi che i concorsi, le gare, vanno bene solo per quelle anime semplici di Miss Italia... e che il concorso polifonico di Arezzo, per vari motivi anche storici, vedi la caduta del muro di Berlino con conseguente adattamento di quella parte di mondo con un modello consumistico poco in tono con la pratica dilettante della coralità e anche proprio la noia di vedere l'arte messa in competizione...per questi e molti altri motivi (potrei anche condividere l'articolo così sarebbe più chiaro, parlavo anche dello stress per l'artista stesso di sottoporsi a giudizi) comunque, già ai tempi dicevo basta facciamo un festival e basta concorsi per il polifonico di Arezzo. Pochi giorni fa viene a trovarmi qui una ragazza, signora, che dirige un coro di bambini...amica di una amica...quando le dico.."..già nel 1999 dicevo di smetterla col concorso polifonico."...manco mi ha fatto finire...un urlo da panico.."perchééé!!???.... Il motivo è semplice...quanti mediocri lucrano sui concorsi?....Vittorio Gassman al servizio miliare non riusciva a saltare un asticella di 80 cm lui che era olimpionico di basket, solo perché gli veniva imposto. L'artista non ha regole, il concorso è solo regola...o si fanno concorsi o si fa arte....il ghiaccio, diceva Renard, non incontra mai il fuoco..diventa acqua. L'artista non incontra mai la gara ..nel caso non è un artista. Se è un artista e fa l'errore di accettare una competizione fa come Luigi Tenco...o lo rischia molto da vicino. L'errore di Luigi Tenco è stato di accettare un compromesso. La lettera che lasciò molti trovano che sia impossibile che l'abbia scritta lui...in realtà quella ingenuità è tutta di un artista umiliato dalla gara...dice."..non posso tollerare che la canzone "io tu e le rose sia andata in finale....( e la mia no!)."..pena, si pena...in realtà Orietta Berti vinse pure con" io tu e le rose"....come uscire da tale umiliazione?....difficile...molto difficile..... Mai un artista deve fare quell'errore, rischia molto o moltissimo. La forza che muove un artista è il confronto libero, l'artista vuole comunicare, vuole mettersi in discussione, non vuole avere ragione. Se ne frega della ragione l'arte. L'arte ha torto, ha sempre torto. Infatti ha sempre fallito di fronte alla logica. Così come il Santo....croce ed esclusione. L'artista realizzato è quello che ha capito e accetta la sua condizione. L'artista che si sottomette al concorso, non ha capito e pagherà questa innocenza (anche e peggio se lo dovesse vincere).


Roberto Casi

10/10/2015

 

  <indietro