La buona
educazione
Antonio Colicchio di
Avellino, camionista tutto fare alle dipendenza di mio Padre
nella azienda di articoli da regalo, fu incaricato dallo stesso
mio Padre, di farmi da tutore e controllare la mia produzione
lavorativa, quando all'età di 17 anni anche io mi decisi ad
entrare nella ditta come ultimo dei lavoratori. Io volevo solo
guadagnare qualche soldino per portare avanti la mia musica e il
mio teatro e in quel momento quella era la miglior scelta...ma
le libere scelte si pagano un prezzo molto grande. Un prezzo che
ho sempre pagato senza avere assolutamente i crediti per farlo.
Nessuno può permettersi di essere libero, lo si è e basta.
Antonio mi aspettava all'arrivo in azienda...fuori dal cancello.
Se ero 2 minuti in ritardo me lo faceva notare con tono severo e
se nel corso della giornata davo segni di stanchezza diceva..."
che c'è, sei stanco??!!" Per la cronaca non prendevo stipendio
perché, l'ho capito dopo, avevano intuito che quei soldi mi
sarebbero serviti per "la fuga"...ma non gli è servito. A me
invece è servito molto quel "tutore"...è servito a sapere cosa è
avere un superiore che ti controlla. Il lavoro non nobilita, la
ribellione si.
Roberto Casi
16/05/2012
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