Al genio popolare
Dedicato a tutti quelli che ci arrivano prima.
Mio zio Piero Fatichi, sassofonista jazz attivo alla fine degli
anni '40 e negli anni '50, usava suonare come sigla di inizio ai
concerti e per congedarsi, la famosa Over the Rainbow. Ai tempi
il jazz serviva a far ballare...a cosa dovrebbe servire il
jazz??..è nato per quello!! Cab Calloway, il cantante
istrionico, era anche un fantastico ballerino e questo lo
sappiamo tutti, ma forse meno persone sanno che il pianista
Cecil Taylor, maestro del free jazz, è un eccezionale ballerino.
Ma poi il tip tap, la danza moderna jazz, direi anche la break
dance e l'hip hop che affondano le loro radici nella cultura
afro-americana..e cos'altro è il jazz se non cultura
afro-americana?! La musica del grande sassofonista John Surman
che è stata la più ideale colonna sonora per l'ispirata ed
armoniosa ballerina Carolyn Carlson, punto di riferimento della
danza contemporanea. Insomma jazz e danza sono inscindibili
proprio perché nate insieme. Ora invece ai concerti jazz o si
resta immobili in contemplazione, o si mangia, o si beve, o ci
si bacia, o si parla con un tono più alto della musica che pare
addirittura disturbare, come a dire.."..eh quanta
confusione!!!!...manco si può parlare...eh?!". Ma difficilmente
si balla.
Il pianista Keith Jarrett, circa 40 anni dopo mio zio, ha fatto
diventare Over the Rainbow un cult. Un classico del jazz ma
ancora di più, un sacro-standard. Oggi riconosciamo a Jarrett
una specie di originalità nell'aver usato proprio questa canzone
come tema strumentale per geniali improvvisazioni. Ricordo che
Over the Rainbow era cantata da Judy Garland nel film "Il Mago
di Oz" del 1939. Jarrett ha così liberato My Favorite Things da
questo ruolo di sacro-standard (e non era facile che ciò
avvenisse) e l'ha sostituita con Over the Rainbow, ormai super
eseguita.
Molte persone sconosciute arrivano prima dei grandi geni a
capire, scoprire, valorizzare cose che poi si dimostrano geniali
e lo comunicano anche ma dimenticano di metterci sopra la
propria firma. Oppure non vogliono, o non possono farlo.
Questione di fortuna..e timidezza anche. C'è anche un'altra
motivazione e cioè che la fama mica tutti la desiderano. Come
diceva Pasolini, il successo è una brutta cosa e tante persone
lo evitano. Non è così raro.
Ricordo che ero un bambino quando mio cugino mi disse.."Chissà
magari noi siamo un micro organismo che vive all'interno di un
macro organismo". Mamma mia!!!...ma questa è un intuizione che
nasconde e spiega "il mistero"!! Nella Genesi è
scritto.."Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne
della mia carne.".. e nel Vangelo.."..mangiare la sua carne e
bere il suo sangue..carne della mia carne..come infatti il
corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur
essendo molte, sono un corpo solo." Io attraverso l'indicazione
di mio cugino ho potuto tradurre questo complesso enigma. Chi
mangia la sua carne e beve il suo sangue se non chi è parte di
quell'organismo stesso come appunto...un figlio?! Io direi di
riconoscere onore al genio ignoto così come si fa per il milite
ignoto...una corona d'alloro alla base di un semplice monumento
fatto da un ignoto scultore. Gli dedicherei anche un giorno
festivo e lo chiamerei: la festa d'Ognigenio.
Ricordo anche un vecchio comunista deluso dalla vita che mi
disse..."Arriverà un giorno in cui i ricchi compreranno la
nostra carne come pezzi di ricambio per il loro corpo"...ai
tempi mi misi a ridere, mica avevo capito che stavo parlando con
un genio.
Roberto Casi
21/05/2012
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