Nel piccolo cimitero di Antria c'è
un concentrato della mia vita terrena e un annuncio della mia
vita eterna. Amici molti...il prete...il padre...la moglie del
mio Maestro di judo, immagino un giorno ci sarà pure lui...ci
sarò anch'io?...no, io no...il mio corpo probabile ma non io. Io
sarò altrove. Quel cimitero messo nel punto dove la salita è più
ritta mi obbligava, ai tempi che abitavo lì, un chilometro sopra
tra i boschi alla famosa curva della quercia, mi obbligava, ad
ogni passaggio, a voltarmi a guardarlo..quel piccolo minuscolo
cimitero, intanto che il mio "ciao", il mio motorino arancione,
annaspava per portarmi a casa. In più lo ciao (mai un aretino lo
chiamerebbe il ciao...figuriamoci!) aveva un difetto alla ruota,
ad ogni giro faceva un rumore da pressa stile prima epoca
industriale che svegliava il paese ad ogni passaggio, con
relativa infamia. Questo aumentava enormemente la paura quasi
che una legione di diavoli mi stesse al collo pronto già per
portarmi all'inferno. Mentre a pedalate cercavo di aumentare la
velocità in realtà aumentavo la tensione...salita, buio, rumore
alla ruota, pedalata ossessa...la formula per rovinarsi la vita
spensierata del cittadino che va ad abitare in campagna
ricercatore proprio del suo contrario. Una volta per sfida ci
sono entrato di notte in questo cimitero...ero ben brillo...aiutava...ma
la sfida la vinse lui, inutile...i morti non erano lì e
l'assenza è molto più pesante dell'eventuale presenza. Questo
cimitero ha la caratteristica di non allargarsi...i morti
c'entrano e i posti avanzano. Sembra un anticipo dell'oltre,
dove, si immagina, ci sarà posto comunque. Il cimitero, il
ricordo, il volto del contadino che mi chiamava padrone...padrone!...impressionante!!!!...ero
il figlio del padrone...vergogna!!...non la mia, ma vergogna per
il genere umano che ha faticato e fatica così tanto per trovare
le regole elementari del rispetto...padrone...io che non ne ho...assurdo!
Giusi...tu che ne dici, amica, che il tuo corpo anche lui riposa
proprio lì?...(ci fa un baffo Spoon River!!)...che ne dici Giusi
del padrone?..abbiamo parlato di tutto dentro a quel corso che
mi facevi alla religione cattolica per adulti distratti come ero
io...avevamo da perdere tempo in attesa della morte ma del
padrone non ricordo se ne abbiamo mai parlato...neanche del judo
abbiamo mai parlato e neanche della tua cintura nera..e non è
strano..noi non siamo le nostre conquiste, non siamo quello che
le carte dicono, siamo pienezza senza peso e le nostre conquiste
pesano sempre...soldi, lauree, medaglie, cinture nere. In quel
momento noi cara Giusi eravamo nudi in attesa della morte. Il
piccolo cimitero si vedeva dalla tua finestra. Ho spiato affetti
con tua madre e pudori con tuo padre...ero il "fidanzato" sempre
nel mezzo...non me ne pento. Giusi al cimitero è forse
l'abbinamento più ridicolo...inverosimile..ma dai??!!...anzi
Giusi è la prova che lo Spirito va dove non va il corpo...come
se una parte di me se ne andasse con i capelli che mi taglio dal
parrucchiere o con la barba...su su via! Semmai è sapere dove è
Giusi...Giusi???...aspettami almeno.
Roberto Casi
09/04/2012