La fotografia oggi


Non era poi così prevedibile immaginare che la fotografia avrebbe
vinto il film nella corsa ossessiva verso l'inutile modernità fine a se stessa...del resto questo progresso ha i limiti di un regresso. Ma la foto intesa come forma d'arte aveva già le caratteristiche per rimanere stabile punto di riferimento artistico. L'arte della fotografia però non ha niente a che vedere con questo dilagante professionismo del niente.

Nella foto puoi raccontare anche quello che non c'è ma
che avresti desiderato che ci fosse stato....matrimoni, lauree come
glorificazioni, feste uniche dove il tema fisso è.."...ci siamo tanto divertiti perché a noi non ce ne frega niente!"...(moderni fascisti stanchi). Ritocchi, location costruite con minuzia di particolari, quelle si ad arte, per raccontare una favola che nella realtà non esiste. Anche perché i protagonisti sono tutti inquadrati nelle loro sicurezze ed il James Dean che vogliono interpretare nei fatti lavora davanti ad un pc, moderno ingegner Fantozzi. Mi manca molto quel titolo di rag. davanti al nome del defunto nei necrologi, era curioso e malinconico sostituito appunto oggi da ingegn....tutto passa, tutto cambia...ma resta Fantozzi. Il dilettante professionista esperto di inganni emotivi, usa scartare, ritoccare, costruire tra i tanti ed infiniti scatti che non paga (questo elemento è fondamentale, altrimenti il gioco non potrebbe permetterselo)..fino a giungere alla foto
vincente...quella foto che ci racconta di una gioia da fare invidia, che niente ha a che fare con la condivisione di un momento felice, ma ha a che fare col fare schifo al nemico, che poi siamo tutti noi, si perché tutti sono a misura di invidia e l'amico oggi è certamente uno da sconfiggere attraverso quella immagine folle, sopra le righe, smorfiosa e tecnicamente ineccepibile dimostrazione di un uso tecnologico all'avanguardia. Macchine difficili da usare, costose, specialmente per uno di onesti sentimenti (direbbe Gaber). Specialmente per un vero artista della fotografia che ha perduto più il suo tempo dentro ai musei e tra i libri di poeti minori, che tra le aule di informatica. Quindi: sguardi arroganti, sicurezze, smorfie, abiti e feste esclusive, amici ed amici..amici super..belli, tutti belli..la tristezza non alberga e non ha mai albergato in quei volti..non esiste vecchiaia, né malattia, né morte...quella appartiene ai veri artisti, che fotografano la miseria ed il dolore, l'artista nel dubbio del suo ricercare e la testimonianza di una sofferenza segregata negli ospedali, tra le corsie zozze e dimenticate..quello è materiale per i veri artisti che non deve essere neanche ricordato...quella verità lì, quell'arte lì, è out!...via!!!...qui si lavora nella gioia, nella sicurezza...siamo gli artisti del potere. Questo modo di vivere e di testimoniare una vita irreale ha un nome: fascismo. Ballare mentre il popolo muore...tipico di un regime. Se per errore e per disattenzione un povero invitato pubblica un video corto e misero di quella stessa festa mega, ecco che da quel povero video possiamo capire subito cosa era quella realtà..ignoranza e risate false, ostinazione verso una speranza e positività che facilmente si intuisce essere ipocrita. Quindi è per questo che il video, il film, ne esce perdente contro la fotografia, perché per falsificare un video la cosa è molto molto più complicata. Non si devono più testimoniare i fatti, si deve testimoniare una bugia e per renderla credibile si devono portare le prove false di questa vittoria.

Questa moda passerà presto, appena tutti avranno compreso il trucco ed ancora una volta l'arte riprenderà il suo posto rendendo alla fotografia quel ruolo creativo e nobile, lontanissimo da questi esperti illusionisti.

Arriverà poi la nuova isola felice cioè il nuovo prodotto da divorare come
falsa novità. Allora le fotografie di oggi le vedranno tutti come immagini bugiarde e tutti correranno a cancellarle o a tenerle nascoste, oppure a giustificarle come qualcosa che non hanno mai amato. Questi momenti felici così tristi.

Tutto sommato, niente di nuovo.


Roberto Casi

19/1/2014

 

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