Lettera aperta ad Eleonora Rossi
Sono molto
colpito dalla tua persona. Forse esperienze comuni?...non so...ma
conosco il teatro che conosci tu...l'unico poi....quel momento
di silenzio quando le luci si spengono...un attimo dopo quel
rumore inconfondibile di carrucole che velocemente aprono il
sipario..di la...di la penombra..bagliori...luce lunare...forme..poi
luce...la prima battuta nel silenzio timoroso..unico..quel
risuonare della voce dell'attore/attrice..unica...voce nel
deserto che chiama..quella voce scuote..fa aumentare il
silenzio...piano piano lo spettatore si abitua all'evento e
l'attore incalza..ti trascina ma non dentro alla storia che è
solo provocazione..il teatro è suono di voci sole...insieme...poi
ancora sole...ognuno recita la sua solitaria storia
contemporaneamente all'altro...(magari)...ma sempre a quell'unico
di ognuno di noi parla il teatro.
Si tutto questo è finito...non torna. Il teatro morto fa morire
musica e pittura..poesia e danza...il teatro morto si porta
dietro tutto...anche i porci giù dal dirupo però, si almeno
quello...tutto porta giù la morte del teatro...porco...mondo...
Sorella Eleonora, tu sai tutto questo.
02/08/2012
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