Intorno a Thelonious Monk....
..giro rigiro…il mondo è fermo…io lo smuovo…impasto i suoni, avvicino al tempo
la mia logica di pensatore
contemporaneo e la mia musica è confusa…io no non lo
vorrei ma lei esce così..così è come è il mondo…confuso!..
Blocco il tempo, non
parlo più!
Qualcosa ricordo però…c’è del classico in me…si lo ricordo questo…fatemi suonare
come quando imitavo mio padre…
quella tromba era troppo grande però..volevo
colpire i suoni ed un pianoforte certo era più adatto…
le linee sono tutte chiare
vero?!..ed il mio jazz è “classico”..avrei però da aggiungerci due cose..
farò in
fretta, due pensieri che mi sono venuti ora..i miei accordi tradiscono una mia
speranza
e cioè che le dissonanze non esistano, no non esistono.
Non esco mai dalla costruzione standard…è casa mia…una strada sicura. Sapete, io
sogno ogni notte
che non tornerò a casa per questo per quanto mi allontani dal
tema so che a quello dovrò e potrò tornare ..
mi fa stare bene questo..ma, me lo
mastico un pò..me lo mangio e sputo come faceva mia mamma
con me prima di
nutrirmi…mi nutro e vi nutro..evangelico Monk!
Maciulla Monk…guarda c’è ancora una logica da contraddire..ora silenzio
silenzio, poi torno…
Ma si dai quella faccenda della droga che mi tenne fuori
fino al ’57 era falsa..
la polizia mi ritirò la licenza di musicista, ma io con
la droga non c’entravo…una malattia mentale dicono,
quella che mi porterà a
guardare per lunghi sette anni il mio pianoforte aperto..io e lui entrambi muti..
avevamo
già detto quello che si doveva…Grazie Baronessa “Pannonica” per aver pensato a
me!..
certo dovevo essere protetto..protetto da me stesso. Quel pianoforte era
bellissimo, la casa adatta con tutti quei gatti…
ma no, non avevo altro da
aggiungere…una composizione per lei Baronessa Nica de Koenigswarter “Pannonica”.
Il miei cappelli sono torri ..arrivano a Dio..mi aiutano nell’equilibrio, mi
permettono di non avere reti..io così non cado,
basta che il flusso però esca
continuo…non fermate lo Spirito!…
Ogni registrazione dei miei dischi lo sapevate è la prima esecuzione in sala
prove senza ripetizioni.
Lo Spirito non parla due volte devo accettare
questo prezzo ma non è difficile farlo.
Le note cascano dall’alto vengono giù a
grappoli, il vorticoso Sufi coinvolge anche te, io a volte anche grido…
tutto mi
eleva..ma resto “regolare” tra i classici del jazz. Studiami.
Roberto Casi
29/08/2011