Nell'epoca della condivisione


Dalle crisi si esce solo con la solidarietà. Prima però c'è bisogno di un atto di coraggio, il coraggio che serve a dichiarare il proprio stato di necessità. Non vergognatevi a chiedere aiuto. Il pizzaiolo mio amico mi dice che per la crisi non solo non riesce a vendere le pizze ma neanche a regalarle..la gente è diffidente...a volte ostenta un benessere che non ha credendo così di difendere la propria dignità e quella della propria famiglia. A volte ha paura di doversi sdebitare. La gente si isola, rinuncia a inviti, non vuole trovarsi a situazioni imbarazzanti e la situazione peggiore è quella di ricevere regali....perché immagina che poi dovrà adeguatamente contraccambiare...meglio dire, disobbligare. Non abbiate paura di chiedere aiuto. Io, come tutti del resto, posso offrire il mio...posso offrire il mio tempo o meglio le mie conoscenze a chi volesse studiare canto o chitarra jazz ma non potesse farlo per il costo...posso aiutare, posso offrire e posso condividere la mia passione attraverso ore del mio tempo in cambio di attenzione e sincero desiderio di conoscenza. La vecchia cultura che trova radici secolari sull'antico testamento, ci fa sentire responsabili dei nostri mali..e al contrario giustifica il malfattore se ricco, perché la ricchezza indica la presenza di Dio nella sua vita...niente di più stolto!!! Il problema è che il cattolico giudicatore, così comune da trovare specie tra gli educatori e gli insegnanti di religione e nel clero chiaramente, non riuscendo a tradurre la parola di Dio, ha deciso di rimediare spostandosi verso un linguaggio più semplice come quello dei dieci comandamenti...."ama" è troppo difficile da tradurre, mentre "giudica" e "condanna" è molto molto più veloce e pratico.

Roberto Casi

31/05/2012

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