Primo umano


Primo era un signore del casentino, benzinaio di Rassina per l'esattezza, gestore della stazione di benzina "Aquila"...e vai!..e voli come un Aquila!!! Si parla del dopo guerra...prima era un contadino che per comuni sfortune si ritrovò "ospite" di un campo di concentramento tedesco durante la famosa e odiosa seconda guerra mondiale. Per misteriose casualità Primo era mio vicino di letto alla clinica San Giuseppino, io per una semplice operazione, lui, già senza una gamba, per l'asportazione anche dell'altra. I medici tentavano di salvargliela ma sapeva bene quale sarebbe stato il finale e così fu. Non si lamentava di questo, si era salvato dal campo di concentramento...gli bastava...e diceva che probabilmente (anzi per me sicuramente), il suo problema alle gambe derivava proprio da un fatto avvenuto nel campo di concentramento in inverno, sotto la neve. Mi raccontò che un notte tornati dal lavoro completamente bagnati, decisero di non lasciare gli scarponi fuori dalla baracca, come da regolamento, ma di metterli dentro accanto alla stufa così che si sarebbero asciugati per il giorno dopo, mi disse.."..cosa vuoi, lavoravamo per loro, sarà che facessero caso ad una cosa così!!"....certo Primo, era logico...solo che lì tutto era illogico e voi non ne avete tenuto di conto. Infatti appena i tedeschi si accorsero che avevano portato dentro gli scarponi, per punizione li fecero uscire scalzi sotto la neve di notte nella gelida notte della Germania e obbligati a girare di corsa intorno alla baracca. Tanti giri fecero, tanti..lui non ricordava quanti ma..tanti. Poi aggiunse, "..chissà magari ci conterà anche questa cosa che ora mi si sono ammalate le gambe"..certo Primo che ci conta...conta conta. Ma per assurdo questo non lo turbava quanto un altro evento apparentemente insignificante, secondario..eppure me lo volle raccontare quasi per conoscere la mia opinione..o forse perché non riusciva a darsi risposte e quando le risposte non arrivano qualcosa di molto losco si nasconde dietro. Qualcosa di oltre. Un inquietudine. Quasi non riconoscerci l'elemento umano. Come quando di fronte all'incoerenza tu ti chiedi se forse sei tu l'abusivo. Il racconto che mi fece era questo...veniva a prendermi ogni mattina uno del luogo, dovevo lavoragli un piccolo pezzetto di terra, un orto, Quando arrivava di fronte a tutti mi dava ordini come ad un soldato...Aaaattenti!!!..tutto in tedesco chiaramente...poi mi diceva fianco destro, fianco sinistro...avaaaaanti marsch!!..uno due uno due...eins zwei eins zwei...cosa vuoi, diceva, eravamo in guerra. Ma la cosa più assurda è che poi quando eravamo da soli a casa sua e nessuno ci vedeva, per riportarmi alla baracca del campo di concentramento questo mi rifaceva tutta la storia...Aaaatennti!!!! fianco destro...avaaaaanti march...eins zwei eins zwei eins zweieins zwei......fino alla baracca!!!! Ma come??..siamo io e te...non ti vede nessuno....ma che ti importa????...questo lo turbava, più delle sue gambe perdute.

 


Roberto Casi

19/9/2013

 

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